Siamo nella Settimana della comunicazione sociale, di cui domenica 8 maggio se ne celebra la 50° giornata, e come Publisher di questo sito parrocchiale, “dilettante” collaboratrice del quotidiano diocesano “La Settimana”e laureata in Scienze della Comunicazione, non posso fare a meno di riflettere, nel mio piccolo, sul tema della comunicazione e sui i pro e i contro dei media, soprattutto i nuovi (tra l'altro pochi giorni fa giornali e televisioni hanno celebrato i trent’anni di internet).

Ricordiamo che per quanto riguarda la comunicazione sociale e religiosa, fondamentale è stato il contributo del Concilio Vaticano II, che riconobbe l’importanza dei media, allora, radio, televisione e giornali, come mezzi per evangelizzare e per far conoscere e rendere più vicina la Chiesa (allora chiusa nelle mura del Vaticano) alla gente.

 

 E’ passato alla storia, ad esempio, il famoso “discorso alla luna” di Papa Giovanni XXIII (il pontefice che dette il via al Concilio), con cui amorevolmente, con una carezza, invitava i genitori a dare ai figli la buonanotte del Papa.  Siamo passati, poi alle cronache delle visite pastorali di Papa Paolo VI, a qualche significativo discorso di Giovanni Paolo I e poi a Giovanni Paolo II. Questo ultimo è stato il primo Papa mediatico, che sin dal suo famoso “se sbaglio, mi correggerete” si conquistò giornali, radio e televisioni.

Tanti sono i filmati di visite pastorali, Gmg e altri eventi mondiali che ritraggono Giovanni Paolo II. La diretta del suo funerale credo sia stato uno degli eventi televisivi più seguiti al mondo. Poi è venuta la volta di Benedetto XVI, forse non molto comunicativo, per il suo carattere riservato, ma resta comunque il primo Papa ad avere avuto un account twitter. Arriva poi lui, il personaggio mediatico per eccellenza del momento: Papa Francesco.

Un uomo che, alla detta di un giornalista che ascoltai a un convegno, non è in realtà così “tecnologico e mediatico”. Si informa il giusto sui giornali e maneggia molto poco PC e cellulari. Un uomo, però che incarna ciò che la comunicazione dovrebbe essere: semplice, immediata, alla portata di tutti. Papa Francesco, parla con i gesti, azioni significative con cui riesce a comunicare e farsi ben volere dalla gente. Geniale sono stati i sui ultimi messaggi ai giovani, in occasione del Giubileo dei ragazzi.  Con metafore, che si rifanno al mondo dei social, ha affermato: “La felicità vera non si scarica con un’app”, “una vita senza Gesù è come un cellulare senza campo. Frasi semplici e alla portata dei giovani, che arrivano dritte al cuore.

In questa società ormai dominata da PC, tablet e smartphone, in cui non puoi essere al passo con i tempi senza un account facebook, twitter o senza usare whatapp, e altre app e  mezzi tecnologici (che permettono la cosidetta “cittadinanza attiva digitale”), non si può dunque non parlare delle potenzialità e dei rischi che derivano dall’uso di questi mezzi.

Papa Francesco già nel primo anno del suo pontificato aveva affermato: Internet può offrire maggiori possibilità d’incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio.Se usati bene, i media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri”.

Questo anno nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali (discorso integrale) ha continuato dicendo che la comunicazione deve riuscire a sanare le ferite dell’anima, toccare i cuori, costruire ponti tra la gente. Essa deve essere espressione di misericordia, tenerezza e perdono di Dio per tutti.

Il Papa ci invita ad usare bene le bene le parole, condividere e soprattutto ascoltare. L’ascolto è la base della comprensione e del dialogo. Francesco arriva a dire che “sms, email, chat, reti sociali sono forme di comunicazione umana”. Un’espressione che può sembrare eccessiva, ma che ci invita a riflettere su l’uso di questi strumenti e piattaforme comunicative. Se ben utilizzati, in nome nel rispetto reciproco possono veramente essere mezzi di inclusione e condivisione di cose buone. Purtroppo questi nuovi social media sono spesso demonizzati, in quanto ritenuti responsabili di processi di isolamento e di cattiva comunicazione come, ad esempio, il “cyber-bullismo”.

Questi media, dunque, ci hanno rivoluzionato la vita, hanno accorciato le dimensioni del tempo e dello spazio tra la gente, permettendo una comunicazione rapida ed immediata.

Certo, forse questo bombardamento e rapidità di informazioni hanno leso all’’approfondimento e alla veridicità delle informazioni, che quindi ne rende necessaria una continua verifica dell’autenticità delle fonti, ma rappresentano comunque preziosi mezzi alla portata di tutti.

Che dire…è importante dunque educare al buon uso di questi mezzi, soprattutto tra i giovani, cercare di non esserne troppo schiavi, ascoltarci di più e quando possibile prediligere le “buon vecchie quattro chiacchiere” di persona.

Scusatemi se vi ho annoiato, o se ho usato impropriamente questo mezzo,  ma ho voluto condividere ciò che penso e che ho letto su questo tema, nel corso dei miei studi e nel tempo libero. Tra l' altro ho scritto anche troppo, per un contenuto di sito internet, ma lì mi viene in soccorso  il "Leggi tutto".  Se volete e se vi va, potete dire la vostra sulla nostra pagina facebook.

Caterina Lo Russo

 

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